Negli ultimi mesi è ampiamente circolato sul web, suscitando un forte dibattito, un grafico che mette in luce come l’Italia sia l’unico Paese europeo in cui i salari non sono aumentati dal 1990. Anzi: si è registrato un calo pari al -2,9%. Ma come interpretare questi dati? Facciamo chiarezza con l’economista Luciano Canova
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In Italia si lavora in media 37 ore alla settimana; sono 4 i Paesi dell’UE in cui si superano le 40 ore. In certe occasioni questo sovraccarico può avere effetti negativi sul benessere. «Bisogna aiutare i dipendenti a far sì che le ore di lavoro siano tempo di qualità», spiega Alessandro Rimassa, fondatore di Radical HR
Il ministro Orlando ha scelto di intervenire con la creazione di un gruppo di lavoro per analizzare le cause di questo fenomeno e ideare possibili soluzioni. «Abbiamo proposto un mix tra l’estensione dei contratti collettivi e l’introduzione di un salario minimo», spiega la professoressa Silvia Ciucciovino
Gli studi di Card, Angrist e Imbens hanno segnato un importante crocevia per il settore, dimostrando che alzare la base di partenza degli stipendi non provoca i disastri occupazionali di cui parla la teoria economica classica
Ma siamo sicuri che introdurre un unico salario minimo sia corretto? Il costo della vita, e di conseguenza le soglie di povertà, variano molto su base geografica. Non solo nel Vecchio Continente, ma anche in Italia. Si potrebbe parlare quindi di più salari minimi e non di uno solo
Andarsene dal proprio Paese d’origine e cercare asilo in altri Stati può essere molto più complicato per le donne, così come trovarsi un lavoro e ricostruirsi una vita in terra straniera
In un momento in cui i ritmi sono sempre più pressanti, dovremmo tutti riappropriarci del significato più profondo di ciò che ci circonda per vivere giorni meno caotici e riscoprire la centralità dei valori. È questa la ricetta per essere più felici che ci suggerisce Carlo Petrini. Approfondiamo il tema nella nostra video-intervista
All’overtourism, un modo di viaggiare irresponsabile, che distrugge i luoghi, oggi si contrappongono diverse forme di turismo sostenibile che non cannibalizzano le destinazioni ma, al contrario, ne valorizzano le particolarità. Che cosa sono gli ecomusei e che ruolo hanno in questo contesto?