Non è sufficiente realizzare collezioni capsule “green” o dare vita a iniziative sporadiche per rendere sostenibile il settore della moda: sono necessarie trasformazioni più profonde e sostanziali così da far fronte a una sovra-produzione rischiosa per il Pianeta. Il punto di vista della nota stilista
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Oggi anche i brand di moda sono chiamati a fare decisi passi avanti in termini di DE&I, riconoscendo il valore dell’unicità e l’importanza di avere al proprio interno talenti e team multiculturali. Il racconto, a PHYD, di alcune tra le voci di settore più autorevoli.
Il digitale ha portato alla nascita di figure come l’e-commerce manager, il digital market manager, il data analyst. Dopo la pandemia, ha preso piede anche il 3D virtual designer. E con l’attenzione alla sostenibilità, emerge il reseller
Il coronavirus ha annullato le sfilate, ha fatto chiudere i negozi, ha azzerato gli eventi di massa. Nel settore emergono nuovi trend e saranno sempre più necessarie nuove competenze e nuove figure professionali, come i game designer
Nuovo boom storico per le vendite di rossetti. Come mai? «La vulnerabilità – spiega Francesco Morace, sociologo e saggista – viene in qualche modo fronteggiata non con una ritirata dal consumo (come qualcuno aveva previsto) ma da una versione più consapevole di un’esperienza felice che ci salva».
Esiste una spinta gentile capace di influenzare a fin di bene i processi decisionali. Si chiama nudging, ed è un incoraggiamento dolce e non esplicito (“nudge” significa “pungolo”) verso una determinata opzione. Quasi quindici anni dopo la formulazione di questa teoria, i due autori aggiornano il loro manuale per dimostrare ancora una volta l’efficacia del nudging a livello sociale
La pandemia ha aggiunto nuove accezioni al concetto di “casa”, anche per i più giovani. Nonostante il difficile periodo economico, hanno un’idea ben chiara su come debba essere l’abitazione del futuro: una fotografia che parla di come cambiano desideri e obiettivi delle nuove generazioni