Il Natale è la fase dell’anno in cui i consumi schizzano alle stelle. Complici non solo la corsa alle compere e l’affollamento nei negozi, ma anche le illuminazioni casalinghe e cittadine. Quest’anno, con il caro energia, le luminarie del presepe e dell’albero di Natale pesano sulle bollette più del solito. Così quello che si prospetta è un Natale a luminarie ridotte, tra la necessità di spendere meno e l’attenzione alla riduzione dei consumi contro il cambiamento climatico.
Si riduce l’accensione delle luci
Tra i comuni, ci sono quelli che hanno deciso di sospendere del tutto le luminarie, altri che invece hanno optato per ridurne l’accensione. A Bergamo, ad esempio, si è pensato di inserire un timer apposito che anticipi lo spegnimento prima di mezzanotte. Mentre il sindaco di Venezia ha già dichiarato che le luci verranno smantellate a gennaio e non a marzo com’era d’uso fino all’anno scorso. Bolzano invece le ridurrà del 20%. E non ci saranno le proiezioni e i giochi di luce sul campanile e nemmeno il tricolore proiettato sullo stadio del ghiaccio a Cortina d’Ampezzo.
Le luci intermittenti degli alberi di Natale e dei presepi anche nelle case potrebbero essere accese per un numero di ore ridotto. O magari sostituite dalle luci al Led, che consumano di meno rispetto a quelle a incandescenza. Ma i più attenti alle bollette potrebbero anche limitarsi a decorazioni non illuminate.
Niente spese sfrenate
A prescindere dal rialzo specifico dei costi energetici, anche la crisi climatica impone di riconsiderare l’impatto delle attività umane sull’ambiente. Con un’attenzione sempre più pronunciata a tutto ciò che si può comprimere, riciclare, risparmiare.
Da una parte, con i prezzi che salgono, i cittadini italiani non sembrerebbero propensi alle spese sfrenate. Le stime di Confesercenti prevedono perdite da 5 miliardi: il 25% dei loro intervistati progetta di spendere tra il 10 ed il 30% in meno per i regali di Natale, mentre il 24% porterà la riduzione oltre questa soglia. Solo il 4% aumenterà la spesa per le sorprese sotto l’albero, a fronte di un 36% che cercherà di mantenerla invariata.
Anche le vacanze si riducono: il 69% ha già deciso che non partirà, mentre solo il 10% ritiene che si concederà comunque un viaggio, a fronte di un 21% ancora incerto.
Feste sostenibili
Prediligere un Natale «più contenuto» in alcuni casi è una scelta obbligata dalle necessità del portafogli, ma può diventare anche una scelta legata a una maggiore sensibilità verso la sostenibilità ambientale.
Così anche i regali natalizi si riducono, risparmiando e aiutando l’ambiente. I consigli di acquisto green per il Natale spopolano nel Web, dalle borracce ai fogli in silicone per il forno. Ma ci sono anche piattaforme in cui si creano gruppi di amici o di familiari per estrarre a sorte a chi indirizzare il regalo: così ognuno riceve un solo dono e si evitano le corse dell’ultimo minuto in cui spesso si acquistano oggetti superflui, spesso non proprio attenti all’ambiente.
Aumentano anche i cosiddetti «regali etici», donando un importo simbolico ad associazioni di beneficienza o scegliendo una delle opzioni che sempre più le associazioni e organizzazioni non profit mettono a disposizione in questo periodo dell’anno. Le festività natalizie sono un momento particolarmente adatto per scegliere realtà che producono prodotti biologici o magari nelle terre confiscate alle mafie. Ci sono anche kit per la scuola destinati ai bambini dei Paesi in via di sviluppo, o piattaforme che permettono di regalare un albero da piantare dall’altra parte del mondo.
Un discorso analogo vale per i cenoni. Nonostante le tradizioni nazionali più care, sono sempre più diffuse le scelte alimentari vegane e vegetariane, più sostenibili per l’ambiente. Ma non serve necessariamente cambiare le proprie abitudini alimentari. Basta, ad esempio, fare attenzione alla accensione di forno e fornelli per consumare di meno. E prediligere piatti e posate di ceramica lavabili. Le stoviglie monouso, anche se biodegradabili e compostabili, insieme agli imballaggi rappresentano, infatti, il 60% dei rifiuti che produciamo.
Durante le feste natalizie, ogni anno oltre 500mila tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura. Per evitare gli sprechi, meglio razionalizzare la spesa e privilegiando cibo di stagione e locale, più economico oltre che più sostenibile.