Valorizzare ai fini pensionistici il periodo di studi universitari: dalla semplice laurea triennale fino agli studi di dottorato, è possibile “convertire” gli anni di studio in contributi che effettivamente concorrono ad avvicinarsi prima alla pensione, aumentando anche l’assegno pensionistico.
Come funziona? Dal 2019, con l’articolo 20 del Decreto-legge n. 4/2019 “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, è stato introdotto un iter agevolato che dà la possibilità di riscattare il periodo di studio al costo di 5.260 euro per ciascun anno di studio, con possibilità di rateizzare fino a 120 rate mensili. Questa tipologia di riscatto è totalmente deducibile in termini fiscali. Una novità che ha portato, nel 2019, ben 37mila lavoratori iscritti alla gestione separata dell’Inps a fare domanda, tre volte tanto l’anno precedente. Raddoppiate a 7mila invece le domande, sempre nel 2019, degli iscritti alle altre gestioni pubbliche dell’Inps.
Nonostante questo boom, non significa però che il metodo agevolato (è possibile intraprendere anche la strada del riscatto ordinario, agganciato al reddito del richiedente) convenga a tutti. Ma vediamo i dettagli.
A partire dall’anno scorso, la platea di chi può accedere al riscatto della laurea include anche chi ha frequentato l’università prima del 1 gennaio 1996 (prima del 2019, il riscatto era riservato solo a chi aveva meno di 45 anni di età). La condizione per accedere al riscatto è però che si opti per la liquidazione della pensione attraverso il sistema contributivo (cioè quello fondato interamente sulla base dei contributi versati durante la propria vita lavorativa; diverso dal sistema retributivo che, invece, eroga la prestazione sulla base delle ultime retribuzioni percepite). Criteri di accesso aggiuntivi sono il non aver maturato alcuna contribuzione prima del 31 dicembre 1995 e non essere già titolari di pensione.
È possibile riscattare tutti i diplomi universitari, compresi i dottorati di ricerca, i diplomi di specializzazione post laurea ed i titoli di studio equiparati a seguito dei quali si è ottenuta una laurea, a patto che siano stati di durata non inferiore a due e superiore a tre anni. Eventuali anni fuori corso non possono essere conteggiati, né i periodi in cui si è stati studenti e lavoratori contemporaneamente. Si può invece richiedere il riscatto di periodi parziali, più corti rispetto alla durata classica del corso di studi portato a termine. A partire dal 12 luglio 1997, poi, è possibile riscattare più di un corso di laurea, mentre i titoli conseguiti all’estero sono riscattabili se riconosciuti da università italiane, o comunque se hanno valore legale in Italia.
Il riscatto potrebbe non essere una strada facilmente percorribile, in quanto molto oneroso
Infine, la domanda più importante: quanto costa il riscatto della laurea? In generale dipende dal tipo di riscatto che si richiede, ordinario o agevolato. Secondo Il Sole 24 Ore, il riscatto agevolato (quello da 5.260 euro per anno di studio), poiché è deducibile fiscalmente, è conveniente soprattutto per coloro che hanno un reddito superiore ai 75.000 euro all’anno. Per effetto del vantaggio fiscale, questi lavoratori potranno avere uno sconto di circa il 47% del costo totale sostenuto per il riscatto. Per chi ha redditi inferiori, invece, il riscatto non sarà così vantaggioso in termini fiscali.
Il riscatto ordinario, invece, dipende dallo stipendio che si guadagna al momento della domanda: il lavoratore, infatti, deve in quel caso pagare il 33% di contributi, come se durante gli anni di studi avesse guadagnato il proprio stipendio attuale. In questo caso, è consigliabile muoversi in fretta: posto che più alto è lo stipendio e maggiori saranno i contributi da pagare, il riscatto ordinario conviene di più se si è ancora ai primi anni della propria vita lavorativa, quelli in cui generalmente si guadagna di meno.
Sia nell’uno che nell’altro caso, però, il riscatto potrebbe non essere una strada facilmente percorribile, in quanto molto oneroso. Per ottenere ulteriori informazioni e capire quale possa essere l’alternativa migliore per sé, conviene rivolgersi al contact center dell’Inps. La domanda può essere presentata in forma telematica direttamente attraverso il sito dell’Inps.
Va detto infine che la legge prevede il riscatto di laurea anche agli inoccupati, ovvero a chi, al momento della domanda, non ha versato alcun contributo obbligatorio. Il riscatto avviene in questo caso a un prezzo forfettario (rappresentato dal reddito minimo imponibile degli artigiani e commercianti, moltiplicato per l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell’assicurazione generale obbligatoria), al quale si applica l’aliquota di riferimento dei lavoratori dipendenti.