Dall’ordine online alla consegna a casa, l’ultimo passo potrebbe essere compiuto da un robot Ford. L’azienda automobilistica statunitense ha da poco pubblicato un video sull’innovativo sistema di delivery automatizzato, Digit. Un robot che arriva a bordo di un’auto a guida autonoma, scende e suona il campanello di casa. Tutto su due piedi. O meglio, gambe metalliche. I primi veri e propri trial cominceranno nel 2020, ma il progetto che Ford sta portando avanti in collaborazione con Agility Robotics potrebbe rappresentare il futuro del commercio e delle spedizioni.
Un settore che, attraverso la diffusione degli acquisti sui canali digitali, è in continua espansione: nel 2018, per esempio, l’US Postal Service ha consegnato circa 6 miliardi di pacchi negli Stati Uniti; circa il doppio rispetto a 10 anni fa. Per questo colossi come Amazon e FedEx, ma anche catene del calibro di Domino’s Pizza e marchi come PepsiCo, hanno investito fortemente sui droni autonomi. Alcuni volano, altri corrono su quattro o sei ruote, Digit cammina. Pochi passi, giusto quelli che bastano per il fatidico “ultimo miglio”: «L’obiettivo del progetto è quello di trovare la soluzione finale per abilitare un sistema di consegna dal veicolo alla porta di casa», ha affermato Ken Washington, vice presidente Ford Research and Advanced Engineering.
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Digit può trasportare un peso massimo di 18 chili, sa salire e scendere le scale e reagire agli ostacoli che incontra sul suo cammino. Inoltre, può muoversi su superfici non omogenee come giardini o vialetti di ghiaia. Dotato di numerosi sensori, Digit può avvalersi anche dei dati raccolti dal veicolo a guida autonoma che funge da nave madre condividendo con il robot dati sensibili e utili al suo movimento come mappe, distanze, condizioni del terreno, ecc. Una mole di informazioni che può successivamente essere triangolata con il cloud di Ford accessibile attraverso il wifi, una funzionalità che consente anche un doppio controllo sui movimenti del robot stesso.
«Lavoriamo spalla a spalla con i robot all’interno delle aziende e conviviamo con loro nella vita di tutti i giorni mentre spingono e consegnano i nostri pacchi. Per questo il nostro primo obiettivo è assicurarci che siano sicuri, affidabili e capaci di collaborare in modo intelligente con gli esseri umani», ha concluso Washington. Tutto per massimizzare i benefici che una soluzione di questo tipo può generare: risparmio di tempo, risparmio di energia e maggiore efficienza delle operazioni. Risvolti positivi che spingono un settore all’avanguardia verso il canale mainstream, al momento lontano solo una manciata di regolamentazioni burocratiche.
Le stesse che è riuscita a superare Drone Company Wing, azienda di proprietà di Alphabet/Google che ha ricevuto il nulla osta per le consegne via drone in Australia e Stati Uniti dove ha già consegnato circa 3.000 pacchi da catene fastfood e retail direttamente alla porta di casa. Il tutto in circa 15 minuti, in base alla posizione del cliente.
L’obiettivo del progetto è quello di trovare la soluzione finale per abilitare un sistema di consegna dal veicolo alla porta di casa
Ma quali sono i pro e i contro di questa frontiera dell’automazione? Innanzitutto, una differenziazione della rete dei trasporti con la merce più leggera che libererebbe spazio a prodotti più ingombranti sui mezzi tradizionali. Una volta a regime, le soluzioni con drone o robot permetterebbero alle controparti umane di dedicarsi ad altri compiti meno gravosi e più raffinati, come il miglioramento della dotazione tecnologica. Un trasferimento di mansioni che garantirebbe maggiore sicurezza agli operatori evitando possibili incidenti. Certo, tutto ciò attualmente necessita di grandi investimenti che spesso devono fare i conti con una limitata autonomia dei sistemi (dovuta alla carica delle batterie). Tanto che c’è ancora bisogno di una supervisione umana in caso di malfunzionamento, ostacoli improvvisi e garanzia della privacy del cliente.
Al di là delle questioni tecniche, c’è poi da considerare l’impatto di questi mezzi sull’ecosistema. L’utilizzo di robot e droni permetterebbe una riduzione e un efficientamento della flotta di van e camioncini che attualmente girano sulle nostre strade pieni di pacchi. Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory e della Carnegie Mellon University, pubblicato sulla rivista Nature Communications, per pacchi che pesano fino a 8 chili, il risparmio in termini di emissioni prodotte per chilometro da un drone percorso rispetto a un tir è di circa il 10% (percentuale che può variare in base alla rete viaria dei vari Stati).