Anno nuovo, lavoro nuovo. Sebbene ogni posto di lavoro sia diverso dall’altro, così come ogni azienda è diversa dall’altra, si possono identificare dei macrotrend che ci accompagneranno durante tutto l’anno.
Lavoro fluido. Tra job hopping e slash worker, fare un solo lavoro ormai è qualcosa che appartiene al passato. Non solo addio al “posto fisso” per tutta la vita, ma anche al “lavoro unico”: sono tanti anche quelli che fanno più lavori contemporaneamente. Effetto della crisi sì, ma anche un nuovo modo di intendere il mercato del lavoro flessibile, e dominarlo.
24/: il lavoro non dorme mai. Uno degli effetti del lavoro fluido è la permeabilità tra vita lavorativa e vita privata, con uno sconfinamento continuo dell’una dell’altra. Da qui è nato il diritto alla disconnessione del lavoratore, che sempre più Paesi stanno mettendo nero su bianco. Non solo. C’è anche chi sempre più spesso lavora mentre gli altri riposano. Negozi e centri commerciali sono aperti quasi sempre di domenica e nei festivi, con qualche punto vendita che fa turni da 24 ore al giorno sette giorni su sette. In Italia, dove le aperture sono completamente liberalizzate, si comincia a parlare di una maggiore regolamentazione. C’è da scommettere che sarà uno dei temi dell’anno.
Non solo addio al “posto fisso” per tutta la vita, ma anche al “lavoro unico”
Taskizzazione. La parola è difficile, ma in pratica indica l’essere pagati per svolgere mansioni singole. Il vecchio “cottimo” in pratica, che in un mercato del lavoro digitale sempre più fluido e frammentato è ormai molto diffuso. Prova ne sono i microworker che alimentano in Rete le intelligenze artificiali per pochi centesimi di dollaro. O ancora tutti i lavoratori della platform e gig economy, pagati non a ore ma per “task”. Che sia per la consegna di una pizza o la pulizia di una casa. Le rivendicazioni di maggiori diritti e tutele per questi lavoratori stanno emergendo in tutto il mondo. E in Italia il governo ha messo in piedi un tavolo di contrattazione per i rider del food delivery.
Imprese senza capo. Si chiama “self governance”. Una sorta di autogestione in cui tutti i dipendenti sono manager di se stessi. Si lavora in gruppi autonomi e paritari, ciascuno con delle responsabilità, ma senza ordini dall’alto né gerarchie. I primi casi si sono registrati all’estero, ma ora anche l’Italia sta imparando. Con risultati positivi su lavoratori, ma anche sul bilancio.
Uno degli effetti del lavoro fluido è la permeabilità tra vita lavorativa e vita privata, con uno sconfinamento continuo dell’una dell’altra
Welfare aziendale. Fino a qualche tempo fa era un lusso di poche grandi aziende, che avevano la possibilità (anche economica) di investire nel benessere e nella conciliazione-lavoro famiglia dei dipendenti. Ora anche le piccole e medie imprese e le startup guardano di buono occhio al welfare aziendale. Per i giovani è un fattore importante. Secondo l’“Osservatorio Generazione Z, Millennials, lavoro e welfare aziendale”, l’83,52% lo ritiene determinante nella scelta dell’azienda. Non solo quantità, dunque, ma anche qualità del lavoro. Sembra un buon punto di partenza del nuovo anno.