Interconnesso, spaziale, accessibile e molto, molto verde. Sarà così il futuro secondo Elon Musk, potentissimo imprenditore americano e investitore senza paura. È lui il creatore di Tesla, il colosso dell’auto elettrica che oggi conta 33mila dipendenti e un valore in borsa di circa 48 miliardi di dollari, persino superiore a quello di Ford.
Definito dai giornali di tutto il mondo l’uomo d’affari più visionario del pianeta, Musk si è guadagnato ogni centimetro di questo primato e, osservando la sua vertiginosa scalata nel gotha della Silicon Valley, ma soprattutto le sue scelte imprenditoriali così diverse da quelle dei colleghi, sembra che il suo obiettivo sia stato da sempre uno solo: trasformare il mondo in cui viviamo e plasmare il nostro futuro. Non per niente Business Insider lo ha definito, più di una volta, “il Thomas Edison dei nostri tempi”, un sognatore con una laurea in fisica alla Pennsylvania University e i piedi ben piantati a terra tra i numeri dei business plan e delle formule matematiche che servono per realizzare, concretamente, le sue invenzioni più ambiziose.
Se infatti a poco più di vent'anni, Musk aveva rivoluzionato il sistema dei pagamenti online fondando la società che sarebbe poi diventata PayPal, a trenta è passato ai trasporti e all’energia, creando nel 2002, ancora prima di Tesla, Space X, l’azienda aerospaziale che punta a rendere i viaggi su Marte accessibili a tutte le tasche e poi SolarCity, la società californiana specializzata in sistemi ad energia solare.
Sono proprio sostenibilità e accessibilità i due pilastri del "Musk Pensiero", entrambi legati a semplicissime leggi economiche.
Un futuro verde
«Il valore fondamentale di un’azienda come Tesla è che accelera l’adozione dell’energia sostenibile più velocemente di quanto non accadrebbe altrimenti», ha spiegato candidamente Musk ai giornalisti nell’ultima conferenza stampa, come se la cosa più naturale del mondo per un imprenditore fosse sposare la causa ambientalista. Secondo Musk infatti, se vogliamo veramente guardare al futuro, continuare a fare affidamento sui combustibili fossili non è un’opzione percorribile, tanto che proprio lui è tra i principali sostenitori della “carbon tax”, l’eco-tassa sulle emissioni nell’atmosfera: «È la cosa giusta da fare».
Si capisce bene quindi il tweet lapidario, con cui lo scorso giugno ha annunciato il suo ritiro fulmineo dal team di consulenza sull’ambiente della Casa Bianca, dopo il dietrofront dell’amministrazione Trump sugli accordi di Parigi. «Me ne vado dal comitato presidenziale. Il cambiamento climatico è reale. Lasciare Parigi non è un bene, né per l’America, né per il mondo».
Am departing presidential councils. Climate change is real. Leaving Paris is not good for America or the world.
— Elon Musk (@elonmusk) June 1, 2017
A portata di tutti
“All”, “tutti”, è la parola che ricorre più frequentemente nelle presentazioni delle società di Musk, perché, secondo l’imprenditore, il futuro deve offrire opportunità a chiunque, il successo infatti si ottiene solo se il prodotto che si costruisce non è elitario.
Questo, fin da subito, era l’obiettivo di Tesla, con cui Musk puntava a portare l’auto elettrica nella produzione di massa. Ci sono voluti tredici anni, ma finalmente ci è riuscito: la versione Model 3 dell’auto, lanciata ad aprile 2016, costa 35mila dollari, un prezzo che sembra destinato a scendere ancora, perché il vero cambiamento si ottiene solo con i grandi numeri e, secondo Musk, nel futuro, chiunque voglia un’auto dovrà comprarsene una elettrica: «è l’unico modo per avere aria pulita nelle nostre città».

L’innovazione aperta a tutti è anche la filosofia dietro a Space X. «Vogliamo aprire l’universo all’intera umanità e per fare questo lo spazio deve essere abbordabile». Dal 2002 infatti l’azienda continua a sperimentare missioni spaziali, con l’obiettivo di creare viaggi su Marte low-cost. Alla base, più che un principio di giustizia sociale, c’è, ancora una volta, una solida legge economica: «Le aziende aerospaziali private sono fallite perché non sono riuscite ad attirare una massa critica, oppure perché hanno finito i soldi».
SpaceX is the first private company to send the same vehicle into orbit twice https://t.co/O0fUAhlF0g pic.twitter.com/yFbNVo2Den
— New Scientist (@newscientist) June 6, 2017
Se il futuro non comprende essere lassù tra le stelle per me sarebbe incredibilmente deprimente.
La migrazione su Marte
Tra cinquant’anni per trovare condizioni di vita migliori potremmo essere costretti a trasferirci direttamente su Marte. Elon Musk ne è convinto. La sua filosofia potrebbe suonare più o meno così: prendersi cura della terra come se fosse l’unico pianeta che abbiamo, ma puntare a conquistarne un altro, perché non si sa mai: «Credo ci siano due vie fondamentali», ha spiegato. «Una è rimanere per sempre sulla terra, in questo caso una parte della specie si estinguerà, l’alternativa è trasformarci in una specie multi-planetaria». La prima spedizione su Marte è prevista per il 2023, una data che Musk aspetta da molto tempo. «La ragione principale per cui sto accumulando ricchezza è finanziare questo progetto. Non ho altre motivazioni personali, a parte offrire il più grande contributo che posso dare a creare una vita multi-planetaria».
Dietro all’enorme investimento aerospaziale del magnate però, non solo la paura dell’armageddon ambientale, ma anche la sincera passione di un pioniere: «Ci dev’essere una ragione per cui ti svegli la mattina e vuoi vivere. Perché vuoi essere vivo? Cosa ti inspira? Cosa ami del futuro? Se il futuro non comprende essere lassù tra le stelle per me sarebbe incredibilmente deprimente».
Tunnel sotterranei
Con le sue quattro società rivoluzionarie, Elon Musk, classe 1971, avrebbe potuto tranquillamente fermarsi qui e riposarsi un po', invece ha continuato a progettare. L’ultimo esperimento: la Boring Company, letteralmente “l’azienda noiosa”, che prevede un sistema di tunnel sotterranei multilivello per alleggerire il traffico. Un progetto che, in realtà, di noioso non ha nulla, chiamato così solo perché l’idea a Musk era venuta sei mesi fa, mentre era bloccato in auto in un ingorgo. Da qui lo spunto per cercare una soluzione a tutto il tempo che sprechiamo restando fermi in macchina e la convinzione che, contrariamente a quello che abbiamo sempre immaginato, nel futuro le auto non avranno le ali, ma andranno invece sotto terra: «Sarà molto più sicuro e meno rumoroso», ha spiegato. A Los Angeles, si è appena iniziato a scavare, proprio di fianco al quartier generale di Space X: da un lato della strada il tentativo dell’uomo che non si accontenta della terra, dall’altra quello dell’uomo che, invece, alla terra tiene moltissimo e vorrebbe renderla un posto un po' migliore, anche se, «Non voglio essere il salvatore di nessuno», ha spiegato Musk al giornalista che gli chiedeva il perché di questa sua ricerca costante. «Sto solo cercando di pensare al futuro in un modo che non mi faccia sentire triste».
Across the road and below the ground pic.twitter.com/E2DG8EzaXg
— Elon Musk (@elonmusk) June 30, 2017